Migrazioni

Giovedì pomeriggio stavo lavorando in giardino quando sento uno strepitio di uccelli sempre più forte. Un suono inconsueto. Sulle prime ho creduto ad uno stormo di piccoli uccelli sugli alberi vicino a casa in quanto il suono sembrava provenire da vicino. Dopo aver scrutato a lungo non vedo nulla. Curioso.
Allora allargo il campo visivo ed ecco che sopra il Puy, ad un’altezza notevole, scorgo una grande formazione di uccelli migratori. Sono grossi. Non me ne intendo e la distanza e notevole, per cui posso solo ipotizzare: anatre od oche selvatiche.

Provengono da ovest, dalla Francia ed arrivate sopra di me cominciano a girare. Un gruppo più numeroso staziona a lungo più o meno nella stessa posizione mentre un gruppo più piccolo, in formazione a V, punta prima a sud, poi a nord, quindi ad est, come se stesse cercando qualcosa. Dopo una ventina di minuti i due gruppi si ricongiungono e si spostano lentamente verso Sampeyre. Li vedo sempre più lontani fino a quando il controluce me li fa perdere di vista.

Lo spettacolo è stato grandioso, ma il loro comportamento mi ha fatto sorgere un dubbio: non è che stessero cercando il lago di Sampeyre, attualmente vuoto per i lavori di manutenzione?

La lunga (lenta) marcia del WiFi (8)

Lunedì sera (18/10) mi sono imbattuto in Vittorio Fino e ne ho approfittato per domandare a che punto fosse la questione WiFi. In effetti, dopo la mail spedita in Comune il 27 settembre non avevo più avuto informazioni e cominciavo a stupirmi del silenzio che avvolgeva l’argomento. Restavo quindi sorpreso dalla notizia che da ben quindici giorni il Comune era in attesa della risposta (cioè dell’offerta economica) di Bbbell.
Dato che normalmente le imprese sono abbastanza celeri nel reagire, decidevo di capire se ci fossero dei problemi o impedimenti e contattavo il responsabile commerciale il quale mi diceva di essere in attesa da più di due settimane del capitolato promessogli per poter redigere l’offerta.
A questo punto, vista la discordanza delle informazioni, ho ritenuto che l’unica cosa saggia da fare fosse recarsi alla fonte, cioè dal Sindaco Baralis per avere lumi sullo stato di fatto.
Così ieri pomeriggio mi sono recato in Comune.

Le cose starebbero così: il capitolato non è ancora stato mandato alle due aziende coinvolte perché al momento gli uffici sono nelle curve, ma verrà mandato quanto prima “..magari già domani..”.
Notate bene, verrà mandato alle due aziende dunque, fortunatamente, si è deciso di seguire la “via maestra”. Naturalmente questo sposta i tempi in avanti, anche se 15 giorni per spedire una mail mi sembrano davvero un po’ troppi..

Già che c’ero, ho segnalato la questione del Decreto Pisanu, così, tanto per mettere sull’avviso direttamente chi ne verrebbe colpito maggiormente, anche se non mi è parso che la cosa venisse ritenuta così preoccupante.
Mah..

Verrua Savoia, un esempio di WiFi applicato

Verrua Savoia, wifi in campagna, banda larga per tutti e gratis
La rete ad alta velocità è stata portata nella cittadina collinare piemontese grazie alla collaborazione tra il Comune e il laboratorio iXem del Politecnico di Torino. Un progetto di tre anni. Ecco come funziona
Leggi l’articolo su La Repubblica

La lunga marcia del WiFi (7)

Cari lettori di questa infinita saga del WiFi, non sono a conoscenza di novità, se non una mia preoccupazione che ho aspettato ad esternare per non far la figura del criticone o del rompiscatole (o ambedue, d’altra parte mi riesce bene..). Da giorni sui giornali era un susseguirsi di articoli sull’argomento e mi chiedevo come fosse possibile che in Comune non se ne accorgessero ed agissero di conseguenza. Dunque ho atteso, sperando che si trattasse solo di una temporanea e breve svista dei protagonisti. Ma se di svista si tratta, visto che si sta protraendo, forse è meglio avvertirli prima che si mettano nei guai da soli..

Sono ormai passati 10 giorni da quando Informatica System ha installato sul tetto del Comune l’antenna per il servizio WiFi. Da allora non è stato comunicato nulla ai cittadini e non si sa se, quando e come questo servizio verrà esteso anche all’utenza residenziale. Fatto sta che da mercoledì 29 settembre è possibile connettersi ad internet dalla piazza di Sampeyre.
Purtroppo la scarsa competenza riguardo alla rete ed alle sue innumerevoli sfaccettature ha portato il Comune ad agire fin qui in modo poco logico e potenzialmente dannoso, più ancora per se stesso che per i cittadini. Infatti, proprio il non conoscere l’argomento ha posto il Comune, immagino inconsapevolmente, ad agire al di fuori della legge vigente.
Addirittura?, direte voi.
Ebbene si, e per spiegarlo è necessario fare un piccolo passo indietro.
Dal 2006 è in vigore in Italia una peraltro esecrabile legge, nota come “Decreto Pisanu” (dal nome dell’estensore), che stabilisce una serie di norme anti-terrorismo che riguardano internet ed in particolare le procedure di accesso alla rete.
Questa norma, che è estremamente restrittiva e che nel nostro paese ha influenzato negativamente lo sviluppo del WiFi pubblico rispetto al resto dell’Europa, è stata recentemente ripudiata dallo stesso Pisanu che non ha potuto che prendere atto di come questa normativa abbia portato svantaggi in termine di sviluppo, enormemente superiori ai vantaggi ottenuti in termini di sicurezza.
Ma cosa dice il Decreto Pisanu? In pratica impedisce che si possano installare hot-spot liberi, cioè che chi si collega possa farlo senza essere identificato (per fornire il servizio serve l’autorizzazione della questura e bisogna identificare con un documento uno per uno tutti gli utenti). Si tratta di una norma chiaramente assurda ed antistorica, che rende difficile, ad esempio, fornire l’accesso alla rete agli studenti da parte delle Università. Ma è comunque una legge in vigore.
Ora è certo, che Informatica System abbia i mezzi per realizzare l’interfaccia necessaria per potersi registrare e quindi usufruire del servizio come la legge prescrive. Però, contrariamente a Frassino, dove il sistema di identificazione è funzionante, a Sampeyre la connessione è libera. Si accende il computer o lo smart-phone, si seleziona la rete “valvaraita” e si naviga..
Sicuramente è solo una questione di tempo (e di tempi tecnici, forse), ma allora ci si chiede perché si è montata in fretta e furia l’antenna e si è “aperto il rubinetto” prima di poter erogare il servizio a norma di legge, prendendosi un rischio inutile. Ed è ancora più sconcertante che questo aspetto non sia stato comunicato (presumibilmente) dal fornitore al Comune, mettendolo nella scomoda situazione di violare le norme anti-terrorismo, che come ben sapete, non sono bruscolini.
Parlando da utente, mi fa piacere andare in piazza, prendermi un aperitivo e scaricare la posta comodamente seduto e senza pagare un euro. Anzi, egoisticamente spero che questo eden dal sapore quasi californiano si protragga a lungo. Ma se al posto mio capita, che so, un agente della Polizia Postale o un Carabiniere che “capisce ‘e internet”, cosa succede?
Ora, cari lettori, fate i bravi: dato che in Comune la rete non la usano (o quasi), fategli sapere la cosa.
Magari col telegrafo!