Il Puy è un luogo che ha una sua magia e un suo rude charme. Da qualche tempo a ciò si è aggiunta una lenta ri-colonizzazione del luogo che comincia a vedersi nelle piccole/grandi cose che giorno per giorno avvengono.
Le persone, ad esempio: fino ad un anno fa, con la morte di Giovanni, la borgata sembrava sul punto di spopolarsi e di avere imboccato la china che è stata fatale a tante altre borgate. Ma con l’avvento di nuovi proprietari, il cambio di generazione dei vecchi e la costante presenza di Piero Giovanni ecco che anche fuori stagione, seppur solo nei weekend, la borgata si rianima. Tutti si danno un gran daffare, rimettendo in sesto muretti crollati, abbellendo i propri giardini e soprattutto, ripulendo dalle erbacce strade e spazi comuni. Insomma, pur con tutte le tare di questo mondo, si comincia a intravvedere un embrione di comunità, e di questi tempi non è cosa da poco. Anche perché denota come si cerchi di guardare, letteralmente e mi vien da dire “finalmente”, fuori dal proprio orto.
Siccome si dice io sia quello delle idee folli, cerco di non deludere quanti lo pensano e mi riallaccio a quanto scritto più sopra, proponendo che si cominci a pensare, tutti assieme, a come risolvere quei problemi congeniti del Puy che ne mettono a rischio il futuro e che potrebbero essere risolti migliorando nel contermpo anche gli spazi comuni, rendendoli esteticamente compatibili con il luogo oltre che più vivibili ed utilizzabili.
Ci sono due cose (le principali) che da quando vivo qui mi danno da pensare: acqua e luce.
Oggi piove, dunque vi parlerò della prima.
Ogni qualvolta si scatena un diluvio un po’ fuori dell’ordinario, la strada che dalla chiesa corre verso il piazzale diventa una specie di torrente. Due anni fa l’acqua si è letteralmente portata via il selciato! Ma non è solo lo scorrere di questo torrente estemporaneo il problema. Le sue acque infatti terminano la corsa si sul piazzale, ma appena lo hanno raggiunto, a causa delle pendenze, tutta questa acqua si riversa sul terreno a valle che ospita dei vecchi orti che ogni anno scendono di qualche centimetro verso il tornante sottostante. Va tenuto presente che proprio li sotto c’è un terreno in forte pendenza ed instabile su cui si affacciano le abitazioni poste più a valle. Prima o poi tutta quest’acqua farà crollare il terreno ed allora i costi, in emergenza, saranno alti.
Questo stato di cose è dovuto, oltre al mancato governo dell’acqua che cade sul paese, soprattutto al sentiero che corre a monte del Puy e che porta al Culet che per il suo stesso percorso raccoglie le acque di tutto il versante, scaricandolo dietro la chiesa. E’ facile, risalendolo a piedi, notare come nel passato venissero mantenute una serie di piccole dighe che “scaricavano” l’acqua sui prati ad intervalli regolari interrompendone il flusso ben prima che questo giungesse fino al Puy. Non sono un grande esperto di idraulica ma posso immaginare che già solo un lavoro di ripristino di queste piccole dighe diminuirebbe notevolmente il corso del “torrente Puy”.
Resta da vedere come governare il resto dell’acqua che esce dal paese, cercando di creare le condizioni affinché non scarichi direttamente sotto di esso.
Ma questo è un discorso che si lega anche all’aspetto luce, e ve ne parlerò prossimamente.